Obama: la fine di un sogno?

Nel corso di un’intervista che in pochi minuti ha fatto il giro del mondo, George Stephanopoulos, famoso giornalista della rete americana ABC, ha chiesto al Presidente Barack Obama se crede di partire sfavorito nella corsa per le elezioni presidenziali del 2012. “Assolutamente si” ha risposto con decisione Obama, ammettendo come a causa della crisi economica, gli Stati Uniti non stiano oggi meglio di quattro anni fa.

Questa affermazione arriva poche ore dopo un’altra ammissione del Presidente che, durante una cena elettorale presso alcuni facoltosi sostenitori di Georgetown, affermava come ottenere la rielezione sarà certamente molto difficile.

In effetti la più grave crisi economica dal 1929 ad oggi e le difficoltà incontrate dal Presidente nell’indicare una via d’uscita al Paese, stanno costando molto ad Obama in termini di credibilità e presa sulle masse. Parte di quei giovani che festeggiarono per le strade la sua elezione, salutandola come l’inizio di una nuova era, sono oggi di nuovo in piazza, ma nella veste di “Indignados”. La disoccupazione è ai livelli massimi dagli Anni ’40 e gli Stati Uniti lottano per non entrare di nuovo in recessione. L’insuccesso nelle elezioni di medio termine di un anno fa, con la conseguente perdita della maggioranza nella Camera dei Rappresentanti del Congresso, ha messo la presidenza nella delicata situazione di dover concordare con l’opposizione repubblicana ogni provvedimento, i quali, frutto di complesse e lunghe trattative, hanno di conseguenza perso di tempestività e concretezza.

Gli ultimi sondaggi di ABC News, parlano solamente di un 37% di americani che credono in una rielezione del Presidente attualmente in carica, contro un 55% che invece pensano che il prossimo sarà un Repubblicano. Tuttavia anche il Great Old Party, pur in vantaggio nei sondaggi, ancora non ha un candidato che si elevi sopra gli altri, dando ragionevole sicurezza di imporsi nelle primarie del partito. Da Mitt Romney a Sarah Palin, che già avevano corso nelle primarie del 2008, da Rick Perry a Herman Chain, che dovrebbero essere due delle new entry più importanti di questa tornata elettorale, nessuno è finora riuscito ad imporsi decisamente, tanto che alcuni dei più importanti finanziatori del GOP, starebbero cercando di convincere altri nomi, più altisonanti, a scendere in campo. Nomi come quello del miliardario Donald Trump, del Sindaco di New York Bloomberg o dell’ex governatrice del New Jersey, Chris Christie. Da non sottovalutare poi l’impatto di Michele Bachmann, in costante calo di consensi nelle ultime settimane, ma sempre capace di coagulare intorno a sé il movimento populista del Tea Party.

Quindi, se da un lato Barack Obama non se la passa bene, dall’altro l’opposizione non sembra ancora in grado di organizzarsi al meglio per accaparrarsi i voti degli scontenti. Inoltre nel corso delle ultime elezioni tutto il mondo ha imparato a conoscere l’arte oratoria e le capacità straordinarie di Obama nell’organizzare una campagna elettorale partendo da sfavorito. È anche da aggiungere come i precedenti storici dicano che solamente tre presidenti in carica hanno perso la corsa alla rielezione dal 1933 ad oggi: Ford, Carter e Bush Senior.

Insomma, il sogno di un’America diversa potrà essere svanito a causa della crisi economica, ma la speranza di una rielezione di Barack Obama alla Casa Bianca, è tutt’altro che un’utopia.

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