Lettera ad un amico

L’odore dell’asfalto umido:

Magra consolazione

Per chi cerca la salvezza dell’anima.

Ancora una volta solo,

a piedi nudi,

a scavare i passi che portano a casa,

dopo una serata troppo facile per esser considerata difficile.

 

Di nuovo tu sparisci

sul più bello,

proprio prima di dare spiegazioni ragionevoli.

 

Ma spiegazioni non ne voglio

e mi illudo di sapere il motivo della tua frenesia:

la riunione di condominio,

ecco la paura.

 

Ritrovarsi a 25 anni a non uscire la sera per dover affrontare una riunione di condominio. Questa è la sintesi delle mie paure e nel contempo la speranza che mi nasce nel profondo. Non ti vedo da anni e le ultime due volte sono state molto, troppo veloci…

Tu scappi.

 

Scappi dal mondo che io vedo tutti i giorni.

Scappi da chi ti racconta del lavoro.

Scappi da chi ti racconta della morosa.

Scappi da chi ti racconta che va a vivere da solo.

Scappi dalla mia fottuta laurea.

Io mi auguro che tu stia scappando dalla società che così ci ha fatto.

Io mi auguro che tu stia scappando dalla vita che stiamo costruendo.

Io mi auguro che tu stia scappando dalla vita che così presto ci sta consumando.

 

Ho paura.

 

Ho paura di aver sbagliato tutto.

Ho paura di aver sprecato tanti anni.

Ho paura di diventare come tutti gli altri.

Ho paura…

 

Cazzo se ho paura!

 

Voglio credere che la tua sfuggevolezza sia data da una maggiore consapevolezza del reale, che ti porta a scappare dalla vita scema di provincia.

Ho bisogno di credere che persone come te riescano a sopravvivere ai margini della società che mi imprigiona e che al contempo contribuisco a formare.

Sento di non avere le palle per vivere al margine di questo fottuto sistema e vedere te vivere ai margini, mi dà la forza di alzarmi e nel contempo la pietra di paragone. Troppe volte ho sentito le merdate dette per giustificare l’inedia: cambiare il sistema da dentro, adattarsi per avere piccoli intangibili risultati…

Merdate!

 

La realtà è che questa schifosa accozzaglia di individui che chiamiamo società, non si cambierà mai nel profondo, continuando a vivere in essa. La realtà è che dall’interno non si cambia un cazzo: dall’interno si diventa solo ingranaggi inconsapevoli di un sistema che prima di fagocitarti ti ha già digerito.

 

Ho bisogno di credere che chi vive ai margini del sistema, abbia trovato una possibile via d’uscita.

Ho bisogno di credere che l’underground non sia solo una valvola di sfogo prevista dall’establishment.

Ho bisogno di una via d’uscita.

 

Se la società e il mondo mi soffocano e se Beppe Grillo mi sembra solo l’ultimo dei mètre à penser di un conformismo morto, voglio illudermi di non essere solo.

Voglio illudermi che la tua assenza sia sintomo di una sana intolleranza per la sporca società e non solo disinteresse per i tuoi vecchi amici.

È da un po’ che questo viaggio mi accompagna e voglio continuare ad illudermi che io non sia un illuso.

 

Ho bisogno di pensare che il mezzo mio cervello che vive in te sia quello buono e soprattutto quello non ancora fritto da questa fottutissima ed invadentissima realtà.

 

Però mi sa che ti fai un po’ troppo… o no?

Te lo dice uno che non va a casa dritto nemmeno col ponte chiuso…

Te lo dice uno che non ti vede ne sente da un tot, quindi probabilmente non ha il diritto di dirti nulla… anzi, sicuramente, dato lo schimicheggio di sta sera…!

Eppure te lo dico lo stesso. E non è per il tuo sentirti a disagio con i tuoi vecchi amici: è forse perchè non voglio che tu ti senta il solo a sentirti così.

 

Un cane che abbaia.

 

Tora Bora in lontananza.

 

Mi manchi.

 

E non intendo la pura nostalgia per i tempi andati (anche se quella è presente): intendo che mi manca la tua visione del mondo ora: adesso.

Proprio ora che son fuso e in cerca di conferme. Adesso che non so cosa fare della mia vita e cerco un parere fondato.

 

Si, mi interessa il tuo, perchè anche se fai finta di no, mi conosci meglio di ogni altro. Perchè sai che guardavamo sailor moon per vedergli la patata, perchè sai chi era X quando facevamo le medie… si, insomma… chiamami idiota, chiamami sentimentale, chiamami fottuto bastardo o come cazzo vuoi, il risultato: buttando via moli, hai buttato via anche me e io per questo soffro parecchio, anche se tu forse non lo crederesti…

Queste cose te le scrivo perchè son duro, quindi meno inibito, ma non credere che io non le pensi davvero. Anzi, sincero per sincero, ora che ormai mi avvicino a casa, ti dico che mi manchi davvero: tu e la tua forza, tu e la tua spontaneità.

Tu probabilmente hai sostituito me e le mie incertezze facilmente, ma io no.

 

Tu sei progressivamente sparito lasciandomi qui solo a reggere il peso della fucking Moli e della minchia di entrata ( pur posticipata che sia) nell’età adulta.

Tu forse non vuoi responsabilità, quindi cerchi di scappare dai tuoi vecchi amici appena puoi, ma così non fai altro che lasciare su di noi le ansie del vivere e le angosce del non vederti.

Credi che sia facile vederti una volta l’anno?

Credi che sia facile parlar di te solo per sentito dire?

Credi che tutti quelli che ti sei lasciato indietro siano tutti sereni e tranquilli?

O Credi invece che abbiano lo stesso male di vivere che probabilmente senti tu?

Lo so: più magro e vissuto, tutti ti dicon su per la droga, magari dopo essersi drogati di più loro nella stessa sera… E’ per questo che io non ti ho detto mai nulla su questo argomento: da che pulpito verrebbe la predica..: semplicemente inascoltabile. Eppure, c’è come tu ben sai droga e droga e c’è modo e modo di drogarsi: io non tollero ora e non tollererò mai una droga che mi porti via un amico: che sia fumo, bamba, ero, o che cazzo ne so.

 

Boh… ho iniziato a scrivere che ero in giro a piedi e ora invece sono al portatile… non mi ricordo perchè ho iniziato e non so perchè lo sto facendo…

So solo che son duro e so che ormai da un po’ di anni mi manca un amico.

So che anche se sto amico sa interpretare quel che penso genialoribellamente, è da tanto che non riesco a parlargli di cose serie e che per questo mi perdo un pezzo importante di vita.

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