Le avventure di Vladimiro

Gli alieni non mi rapirono. Semplicemente (e molto meno rozzamente devo dire) mi chiesero di andare con loro.

Accettai perché scorgevo un futuro davvero incerto davanti a me: il mio padrone era in cattive acque in quel periodo e non sapevo che fine avrei fatto se lo avessero arrestato, o se fosse scappato in Tunisia o chissà dove. Mi avrebbe portato con lui o sarei morto di fame in quell’immenso giardino, fra un mausoleo ed un vulcano?

Rimasi sul pianeta “Zarkò I” davvero per tanto tempo e quando tornai non sapevo bene cosa aspettarmi dalla Terra. Fui ancora più spaesato a causa del fatto che mi lasciarono in una città in cui non ero mai stato prima: Bologna. Dopo un viaggio di trecentomila anni luce ad una velocità migliaia di volte superiore a quella del neutrino, mi lasciarono lì perché non avevano voglia di andare fino in Sardegna per riportarmi a casa. Non molto gentile da parte loro, in effetti…

Mentre percorrevo Via Walter Lavitola (giornalista), proprio all’angolo con la stradina più brutta e malfamata che io abbia mai visto, Vicolo Romano Prodi (comunista), notai un uomo venire verso la mia direzione. Decisi di avvicinarmi per chiedergli qualche informazione.

“Mi scusi buon uomo, saprebbe dirmi in che anno siamo?”

Il tizio mi guardò con aria stupefatta e rispose: “Sono quasi sicuro che sia il 2041, ma dimmi bel cane: tu chi sei?”

“Scusi se non mi sono presentato: sono Vladimiro ed ero il cane di Berlusconi.” Risposi.

“Oh, il tuo padrone era davvero un sant’uomo” Disse. “E’ stato solo grazie a lui se l’Italia è stata il solo paese occidentale a non andare fallire nella crisi del 2012.”

“Davvero?” chiesi incredulo. “Quando andai via sembrava dovesse cadere in disgrazia da un momento all’altro!”

“Oh, no! Solo lui fu in grado di mediare fra la Cina e i grandi investitori privati che pagarono parte del nostro debito pubblico.”

“Investitori privati?” domandai.

“Si, certo! Dopo il fallimento delle banche del 2012, i soli che possedevano la ricchezza e la credibilità internazionale necessaria a farci tirare avanti, erano i clan di Campania, Calabria e Sicilia. Loro hanno garantito il nostro debito e il tuo vecchio padrone Berlusconi è stato il regista di tutta l’operazione finanziaria: un vero eroe!”

“Accidenti! E ora dov’è? Sai se è ancora vivo?”

“No, purtroppo questo è ormai il quarto anno di lutto nazionale: lui morì nel ‘37. Ma non preoccuparti: fu una morte dolce! Così come avrebbe desiderato, si spense nel suo letto, dopo aver deflorato 19 ragazze. Ora è sepolto in San Pietro, a Roma.” Le ultime parole che l’uomo pronunciò furono appena udibili, soffocate dal pianto che il pensiero del mio caro padrone ormai morto gli aveva provocato.

“E ora chi governa l’Italia? Che ne è del resto del mondo?” Tentai di domandare, ma l’uomo, barcollante, aveva ormai ripreso il suo cammino. Dovevo scoprire di più su quel che era accaduto, quindi iniziai a correre verso la stazione con l’intenzione di cercare la mia padroncina Barbara: di certo l’avrei ritrovata a Milano!

 

(continua..?)

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